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giovedì 2 novembre 2017

Arte giapponese a Roma ed anche a Firenze

Con circa 200 fra serigrafie ed altri delicati supporti i romani e i turisti interessati, presso gli spazi dell'Ara Pacis, possono farsi un'idea di una fase importante dell'arte giapponese. 

Sulle orme del Maestro 
La mostra (dedicata al grande maestro Kokusai) è programmata fino al 14 gennaio 2018 e quindi c'è tempo.
Per segnalarne l'importanza basta ricordare che l'arte di Kokusai ed altri artisti giapponesi della sua stagione influenzò molto gli impressionisti francesi e diversi pittori europei.
L’attività artistica di Katsushika Hokusai (1760-1849), maestro importante dell’ukiyoe (letteralmente “immagini del Mondo Fluttuante”), fu ampia e versatile. Con soggetti e temi spesso molto differenti.

Katsushika Hokusai,  Veduta del tramonto presso il ponte Ryogoku dalla sponda del pontile di Onmaya, dalla serie Trentasei vedute del monte Fuji
Silografia policroma (1830-32), Kawasaki Isago no Sato Museum - Zetema ufficio stampa

L'esempio di Kokusai poi ebbe grande diffusione nel tempo grazie ai numerosi seguaci.
Quindi all'Ara Pacis si potranno anche vedere alcune opere dei suoi più abili seguaci come ad esempio Kesai Eisen (1791-1848, non notissimo al grande pubblico).

Keisai Eisen Cortigiane e loro assistenti presso un accampamento temporaneo
1836 Silografia policroma, trittico. Chiba City Museum of Art - Zetema ufficio stampa

Tra le opere di Eisen è certamente interessante la figura di cortigiana che Van Gogh riprese, probabilmente dalla copertina di una rivista, per il ritratto di Père Tanguy (il commerciante di colori e quadri fu infatti dipinto in costume bretone davanti alla sua collezione di stampe giapponesi).
  
Keisai Eisen :Yamashita in Shitaya e Koriyama in Oshu 
Silografia policroma; Chiba City Museum of Art-Zetema ufficio stampa


Una copertina ed una pagina della rivista Japon illustrè- Paris
in un periodo molto seguita dagli artisti. 
Van Gogh, fra l'altro si ispirò ad una riproduzione
proveniente dal Giappone anche per l'opera I due granchi 


A seguito di alcune aperture, la seconda metà dell’Ottocento fu investita nei principali paesi europei da un grosso giro di giapponeserie d’importazione: kimono, lacche, ceramiche, armature, armi e naturalmente dipinti su rotolo e paravento, silografie policrome, libri stampati ecc. Una moda che sfociò nel fenomeno che oggi conosciamo come japonisme e che toccò l’Europa influenzandone alcune usanze e l’arte. Diversi mercanti si specializzarono nella vendita di immagini soprattutto a Parigi. Alcuni commercianti si appoggiavano al giapponese Hayashi Tadamasa. Circolavano quindi molte stampe e silografie. In tale ambito il nome di Kokusai ebbe una certa popolarità per l'evidente qualità delle sue produzioni artistiche, l’originalità e la varietà dei suoi soggetti.
Oltre a Kokusai furono presto noti anche Hiroshige per i paesaggi, Utamaro per i ritratti, Kyōsai per alcune sue caricature. 
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Contestualmente alla mostra romana c'è anche una bella iniziativa a Firenze. 
Nel dettaglio si tratta dell'esposizione- sino al 7 gennaio 2018- di  39 delicate pitture, in genere su paravento, realizzate ben prima della nascita di Kokusai. Ovvero nel periodo in cui in Italia operavano artisti rinascimentali e manieristi.




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